Da tutte le parti del mondo si pensa all’Italia come a sinonimo di stile, classe e, non ultimo, geniale design.
La storia dell’arredamento d’interni e del disegno grafico ha le sue origini nel Bel Paese fin dagli inizi del XX secolo.
Sebbene il Politecnico di Milano ha la sua inaugurazione nel lontano 1863, i primi frutti dal respiro internazionale sul design si hanno intorno al 1902, con lo stile Liberty, modulato all’italiana, di Basile e Ducrot.
Lo slancio avveniristico della genialità tutta italiana in campo di arredamento lo si ha nel periodo futurista, allorquando un giovane Giacomo Balla si cimenta nella progettazione, per la figlia Elica, di una ‘Camera di bambini’.
Gli anni ’20 del secolo scorso sono il vero trampolino di lancio per il made in Italy in questo settore. Le influenze del futurismo, nella sua massima espressione, si mescolano con le geometrie eleganti del ‘De Stijl’ e di Mondrian.
Nel 1923, non a caso, si inaugura la ‘Biennale delle arti figurative’ presso la Villa Reale di Monza. La Triennale a quest’ultima collegata, verrà trasferita alla sua quarta edizione, a Milano, presso la sede costruita ad hoc da Giovanni Muzio: il ‘Palazzo dell’arte’. Ancora oggi qui è la location delle edizioni e la triennale continua ad essere polo d’eccellenza.
Sono anni di grandissimo consolidamento dello stile tutto italiano. Da lì in poi è solo luminosa storia di design. Basti pensare a Mucchi e alla sua iconica Chaise Longue e Ottomana – quella tipica da lettino da psicologo, per intenderci; non dimentichiamo Giò Ponti e la sua collaborazione con ‘La Pavoni’, nel 1948, come anche la sua celeberrima sedia ‘La Superleggera’. Storica è anche la lampada Taccia di Castiglioni; attualissimo e degli anni ’50 il giocoso ‘Abitacolo’ di Bruno Munari: molto di quello che troviamo al reparto bambini di un tipico grande magazzino d’arredamento svedese può bene essere riconducibile a lui. Un italiano, sottolineo.
Veniamo all’Italia del boom economico a tutto tondo: l’Italia della svolta ‘popolare’ delle cucine componibili e munite di ogni elettrodomestico.
Lì si inserisce la storia di Scavolini, che nasce nel 1961 – lo stesso anno del Salone del mobile di Milano – , per affermarsi sempre più come azienda ambassador del made in Italy nel mondo.
Ultimamente un libro, con finalità di storytelling, ‘Valter Scavolini, la vita come grande impresa‘, tratta della parabola ascendente del presidente dell’azienda di Montelabbate. Si narra delle prime creazioni, quali il buffet ‘Svedese’, fino a giungere al racconto della nascita dei grandi must del marchio.
Una storia tutta italiana, per chi ama l’Italia.
Chi compra Scavolini presso le sedi di Marinelli Design Group entra in questa grande storia del design made in Italy. Una storia che affonda le proprie radici in profondità, fino al giungere alle botteghe dalla ineguagliata perizia artigiana.
Scavolini ha raggiunto anche una importante certificazione: la UNI ISO 11674. Questa sigla certifica qualcosa che va oltre l’italian sound: certifica che tutto è a progettualità e produzione italiana.
La storia italiana del saper ben fare, per la garanzia del tuo ambiente cucina, bagno o living.
Di seguito alcune foto che raccontano sia gli inizi dell’azienda, sia il suo imminente futuro.
Quando si compra italiano, dunque, si acquista anche la perizia secolare nostrana e affinata a partire da fine ottocento in campo di design.
Non mi resta che augurarvi: buon design, italiano, a tutti!
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Luca Scavone
SMMA, Copy, Comunicazione Marinelli Design Group srl.